Miei
cari lettori;
oggi
vorrei parlare di un libro che mi ha aperto gli occhi su una
realtà
spesso oggetto di indifferenza. Il genere umano si trova a dover fare
i conti, ogni giorno, con la propria cecità, in particolar modo
quando voltare lo sguardo è più
semplice
che affrontare il problema stesso.
Questo
natale mi è stato regalato un romanzo, regalo ben più che accetto
devo dire, la cui copertina raffigura una donna vestita con il suo
sari più elegante.
Leggendo
mi sono imbattuta in molti termini e usanze di cui non ero a
conoscenza, e di molte atrocità legalizzate che avrebbero fatto
venir voglia a chiunque di chiudere gli occhi e posare il libro in un
qualche ripiano a prendere polvere, ma la scelta più saggia non
è
coprirci
il volto con le mani, tanto quanto utilizzare queste per riportare
fatti e realtà, per concedere alle persone il privilegio della
conoscenza ed eliminare quanto più possibile l’ignoranza.
Andiamo
per gradi:
TRAMA
A quasi vent'anni, Mamta è già vecchia. Vecchia per sposarsi, vecchia per sognare. Eppure, ciò che ama di più è ascoltare storie. Colpa di sua madre, che le ha riempito il cuore di canzoni e racconti, nutrendo con colori e bolle di sapone il deserto cui era destinata la sua mente. Perché in quella parte rurale dell'India le donne possono essere solo mogli e madri, sottomesse e pazienti. Tant'è che i padri sono soliti ripetere: "Perché innaffiare il giardino di qualcun altro?". Meglio trovar loro marito al più presto, e liberarsi così di quel fardello. Nessuno fino ad ora ha mai voluto Mamta, per colpa di quella voglia rossa sulla fronte: quasi un segno di disapprovazione degli dei. Perciò, quando suo padre riesce finalmente a combinare le nozze, indebitandosi per mettere insieme la dote, non ci si pone troppe domande sul futuro sposo. E il matrimonio, che per l'animo romantico di Mamta era un sogno, nella realtà svela purtroppo un volto di violenza e terrore. Mamta, che amava correre nel vento, capirà ben presto che non le basta rendersi muta e invisibile per sopravvivere alla brutalità del marito. Se vuole salvarsi deve fuggire, anche se questo atto di ribellione coprirà di disonore lei e la sua famiglia d'origine. Con coraggio, sfidando la morale e leggi ancestrali, comincerà a riscrivere il suo destino. E quello di altre donne.
Potete
ben capire si tratti di una lettura corposa che richiede grande
attenzione al fine di non perdere qualche collegamento importante. Il
narratore nascosto, o eterodiegetico, suddivide il suo racconto
attraverso lo sguardo di vari personaggi, rendendo il
testo
intrecciato
dai molteplici avvenimenti che convogliano in un unico e importante
racconto.
La
storia è ricca di parole e termini di usanza tipica che ci aiutano a
comprendere meglio la cultura di un paese il cui tempo sembra essere
immutabile quanto le tradizioni;
la
scrittura è abbastanza semplice, fatta eccezione per alcune
espressioni e gerghi del luogo, ma alla fine del libro troviamo
l’indice con tutti i significati.
Ma
andiamo al cuore del racconto, ossia il suo significato e il
perché
tutti,
almeno una volta nella vita, dovremmo leggere libri del genere.
Cari
amici lettori, io ho 23 anni, e non riesco a mettermi nei panni di
Mamta e sentirmi troppo vecchia perché un’usanza e una cultura mi
impongono di ‘’prendere marito ‘’ in giovane età.
Io
ho 23 anni, e non riesco a considerarmi solo una forza lavoro per la
mia famiglia, che deve ripagare i debiti che sono stati costretti a
creare solo a causa della mia nascita.
Io
ho 23 anni, e non riesco, ne tanto meno posso, sentirmi schiava di un
uomo che mi sceglie in base alle probabilità di procreare eredi di
sesso maschile, che sostentano la famiglia e non creano vergogna e
disonore, o in base alla mia dote e a ciò che possono guadagnare nel
possedermi. Perché è di possesso che si parla qui.
Cari
lettori, ho 23 anni, e non ho paura di ribellarmi e dar voce al mio
pensiero, mentre Mamta e molte altre donne, la madre compresa,
dovevano soppesare le parole, e ponderare bene per non compiere un
passo falso che porta con sé un conseguente stupro di massa, un
taglio di capelli, simbolo di disonore, e una vita a chiedere
pietà.
La
storia di Mamta non è solo sua, ma è la storia di molte donne, ma
anche uomini, costrette a tali atrocità ed ingiustizie. Ancora oggi,
in un’epoca così avanzata, ci troviamo dinanzi a simili
storie.
Non
è stata un vera e propria recensione, ma ciò che ho scritto è
senza dubbio frutto di una lettura appassionante e carica di
significato.
Mi
è piaciuto? Si.
Lo
consiglio? Assolutamente.
Per
tutti coloro che vogliono cimentarsi in questa storia, voglio dirvi
questo: abbiate il coraggio di viverla e di sentirla fin dentro
l’anima; ogni riga di ogni pagina vi accompagnerà in un fantastico
viaggio e vi farà dono di una maggiore consapevolezza: sul mondo
e
tutto
ciò che c’è dietro.
Sono
del parere che ogni storia viene raccontata per un motivo preciso,
non saprei dirvi quale di questi abbia spinto la scrittrice a
raccontare quella di Mamta, ma sono più che certa che in cuor suo
fosse consapevole di colpire dritto al cuore , alla mente e
alla
coscienza
delle persone.
-S




